Province che hanno aumentato l’imposta sull’assicurazione RC Auto
Ad oggi, le province che hanno deliberato l’aumento dell’imposta sull’assicurazione rc auto sono le seguenti:
-
Alessandra, aumento del 3,5% al 16%
-
Ancona, aumento del 3% al 15,5%
-
Arezzo, aumento del 3,5% al 16%
-
Asti, aumento del 3,5% al 16%
-
Belluno, aumento del 3,5% al 16%
-
Benevento, aumento del 3,5% al 16%
-
Bologna, aumento del 3,5% al 16%
-
Catanzaro, aumento del 2,5% al 15%
-
Chieti, aumento del 3,5% al 16%
-
Cosenza, aumento del 3,5% al 16%
-
Cremona, aumento del 3,5% al 16%
-
Crotone, aumento 3,5% al 16%
-
Ferrara, aumento del 3,5% al 16%
-
Forlì-Cesena, aumento 3,5% al 16%
-
Imperia, aumento 3,5% al 16%
-
La Spezia, aumento 3,5% al 16%
-
L’Aquila, aumento del3% al 15,5%
-
Lecce, aumento del 3,5% al 16%
-
Massa Carrara, aumento del 3,5% al 16%
-
Milano, aumento del 3,5% al 16%
-
Perugia, aumento del 3,5% al 16%
-
Pesaro e Urbino, aumento del 3,5% al 16%
-
Pescara, aumento del 3,5% al 16%
-
Pistoia, aumento del 3% al 15,5%
-
Reggio Emilia, aumento del 3,5% al 16%
-
Rieti, aumento del 3,5% al 16%
-
Rimini, aumento del 3,5% al 16%
-
Rovigo, aumento del 3,5% al 16%
-
Salerno, aumento del 3% al 15,5%
-
Savona, aumento del 3,5% al 16%
-
Teramo, aumento del 3,5% al 16%
-
Terni, aumento del 3,5% al 16%
-
Treviso, aumento del 3,5% al 16%
-
Venezia, aumento del 3,5% al 16%
-
Verbano-Cusio-Ossola, aumento del 3,5% al 16%
-
Verona, aumento del 3,5% al 16%
-
Vibo Valentia, aumento del 3,5% al 16%
Tali aumenti rientrano nella discrezionalità delle province a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo n° 68 del 6 maggio 2011 (cosiddetto “federalismo fiscale”), per il quale le province italiane a statuto ordinario possono deliberare una variazione sull’imposta dell’assicurazione R.C. Auto nella misura massima del 3,5% in aumento o in diminuzione rispetto a quella precedentemente prevista pari al 12,5% del premio.
Chiaramente, gli aumenti di tassazione sopra considerati si riversano corrispondentemente sull’importo dell’assicurazione auto che i cittadini devono pagare.
Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze